Spiegare e comprendere con le storie sociali
Le storie sociali sono un ottimo strumento per far comprendere meglio una situazione a una persona con autismo. Ma cosa sono esattamente e qual è il loro scopo?
Una storia sociale descrive una situazione, come esercitare un’abilità, oppure un concetto precisando quali indizi sociali sono rilevanti, cosa avverrà in una situazione e quali sono i comportamenti più comunemente attesi.
Lo scopo delle storie sociali è quello di condividere accurate informazioni in modo paziente, rassicurante e facilmente comprensibile per la persona a cui sono dirette.
Di solito hanno l’obiettivo di modificare direttamente il comportamento del ragazzo, ma di fornire una maggiore comprensione degli eventi, in modo da facilitare l’adozione di risposte efficaci.
Contenuti delle Storie Sociali
Le storie sociali sono utili per spiegare le regole sociali che la persona non padroneggia, il perché sia necessario fare qualcosa, come fronteggiare un cambiamento o una situazione nuova.
Alcune possibili applicazioni possono, ad esempio, illustrare come si abbraccia, come si saluta appropriatamente in base al livello di conoscenza, perché bisogna mangiare cibi diversi, cosa fare quando ci si annoia, a chi rivolgersi in caso di pericolo, cosa fare quando gli amici vengono a giocare a casa propria.
Perché scrivere una storia sociale
Il mondo sociale è regolato da regole implicite, non immediatamente decifrabili dalle persone con autismo o con un disturbo dello sviluppo. Per questa ragione è spesso necessario esplicitarle.
Altre volte le storie sociali vertono sul fornire spiegazioni sull’utilità di alcuni comportamenti (es. perché lavare i denti), sulle nuove situazioni (es. cambiare scuola), su come comportarsi in alcune situazioni (es. cosa fare quando i compagni di classe mi prendono in giro).
Il fine della storia è quindi quello di migliorare la comprensione di specifiche situazioni o eventi, per incoraggiare l’adozione di comportamenti appropriati.
Spesso, quando le spiegazioni sono fornite solamente a voce, per i bambini o i ragazzi a cui sono dirette può essere difficile ricordarle e utilizzare nel modo opportuno quando si presenta l’occasione.
Invece una storia scritta, soprattutto se accompagnata da immagini, può essere sempre riletta o ripassata, anche quando l’adulto non è immediatamente disponibile.
Inoltre, per la maggiore parte delle persone, le immagini sono rievocate meglio delle sole parole. L’uso di frasi semplici accompagnate da immagini consente di promuovere il processo di apprendimento, integrando più modalità di trasmissione delle informazioni.
Come scrivere una storia sociale
Una storia sociale è maggiormente efficace se comprensibile, rassicurante e piacevole per la persona a cui è diretta. Alcune indicazioni possono essere utili per massimizzarne l’efficacia:
- utilizza un linguaggio semplice e frasi brevi – in genere una storia sociale non dovrebbe essere più lunga di una pagina;
- utilizza una struttura formata da introduzione (es. “A volte alcune cose mi spaventano… Alcune di queste sono…”), corpo (es. “Quando sono spaventato ci sono alcune cose che posso fare…”) e conclusioni (es. “ Se provo a fare queste cose mi sentirò più rilassato”).
- introduci uno spazio tra i diversi capoversi per rendere visivamente salienti le diverse parti che compongono la storia e agevolarne la comprensione e la memorizzazione;
- utilizza un linguaggio positivo che suggerisca cosa fare, piuttosto che evidenziare quali siano i comportamenti inappropriati. Ad esempio è preferibile scrivere “per abbracciare metto le braccia intorno ad un’altra persona e stringo gentilmente”, piuttosto che “per abbracciare non devo stringere forte e fare male”.
- il linguaggio dovrebbe essere il più accurato possibile e includere parole come “a volte”, “di solito” e “spesso” quando non c’è certezza negli esiti di un’azione (es. “di solito alle persone non piace quando il volume della musica e troppo alto”. Oppure “ Spesso quando saluto un amico, anche lui mi saluterà”). Rispetto all’accuratezza, spesso è necessario fornire molti esempi che chiariscano la possibile ambiguità di alcune parole o espressioni. Quindi se si utilizza l’espressione “prendere in giro”, potrebbe essere importante specificare che prendere in giro vuol dire nascondere la merenda, lanciare l’astuccio fuori dalla finestra, dare pizzichi, usare dei soprannomi, ecc.;
- evita parole che evochino ansia o stress nei destinatari della storia;
- accompagna la storia con immagini che ripercorrano i punti salienti della spiegazione. Possono essere utilizzate delle immagini del destinatario della storia, dei suoi ambienti abituali, dei suoi personaggi preferiti o delle persone coinvolte;
- utilizza gli interessi dei destinatari della storia, in modo da rendere il racconto più motivante e promuovere il desiderio di rileggerlo;
- crea storie su misura, in base all’età e al livello di sviluppo della persona a cui sono dirette.
Utilizzare il Behavioral Skill Training associato alle storie sociali
È utile che le storie sociali siano accompagnate dal modeling e dalla pratica dell’abilità. Per questo motivo, dopo averla letta, il terapista:
- fornirà istruzioni (“Adesso proveremo a fare quello che abbiamo letto nella storia…”);
- fornirà un modello;
- chiederà di far pratica;
- fornirà un feedback e farà far pratica fino alla padronanza dell’abilità;
- rinforzerà la prestazione corretta.
Utilizzi già le storie sociali con i tuoi studenti? Vuoi condividere delle osservazioni? Scrivile nei commenti!