Autismo e animali domestici: sì o no?
Spesso alcuni genitori si chiedono se sia opportuno prendere un cane per i loro figli autistici.
Alcuni vedono la gestione dell’animale di casa come una buona modalità per “responsabilizzare” il proprio figlio, altri ritengono che un amico fedele possa essere una buona compagnia, altri ancora vedono negli amici a quattro zampe un interesse speciale.
Anzitutto fughiamo un dubbio: al momento non esistono evidenze scientifiche rispetto all’efficacia della terapia assistita da animali per le persone autistiche, per cui non si tratta di fare pet therapy, ma di creare delle condizioni migliorative della qualità della vita della persona nello spettro autistico e della sua famiglia.
Un piccolo studio pubblicato da Grandgeorge su Plosone ha esplorato l’effetto dell’arrivo di un animale in famiglia sui comportamenti prosociali dei bambini autistici. Questo approfondimento scientifico sembra indicare un incremento dei comportamenti prosociali dei bambini di 4 e 5 anni nel campione che aveva accolto un cane in famiglia, rispetto al gruppo che non lo aveva accolto. Nello specifico, i ricercatori hanno rilevato nei bambini un incremento dei comportamenti di condivisione e di offrire supporto. Questo risultato è stato spiegato in termini di cambiamento delle dinamiche familiari.
In modo simile in uno studio del 2016 di Hall e altri autori, esplorando gli effetti a lungo termine nella convivenza della famiglia in cui vive una persona autistica con un cane, è stata riportata una riduzione dello stress genitoriale.
Luisa Di Biagio, addestratrice cinofila, psicologa e persona autistica, ha parlato di come la sua vita sia cambiata grazie al suo interesse speciale per i cani.
Avevo un cane bellissimo da piccola. Nel marrone dei suoi occhi mi perdevo per ritrovarmi ogni volta che il senso estraneità e solitudine si facevano tanto forti da premere quasi contro il mio corpo per schiacciarlo.
Chiunque abbia un amico a quattro zampe o un qualsiasi altro animale domestico testimonia un cambiamento positivo nella sua vita, ma vanno valutati alcuni aspetti rilevanti:
- un animale domestico è a tutti gli effetti un nuovo membro della famiglia, per cui richiederà cure, energie, tempo e risorse economiche;
- qualsiasi animale va educato, è necessario trascorrere del tempo insieme e controllare regolarmente il suo stato di salute;
- un cane dovrebbe vivere in un ambiente ricco di stimoli, per cui bisogna prevedere un tempo quotidiano da dedicare al gioco, alle passeggiate e alle coccole;
- i cani sono animali sociali per cui non dovrebbero trascorrere da soli troppe ore, il loro benessere psicologico ne risentirebbe;
- è necessario pensare da subito a come gestire le vacanze: il cane verrà con voi? avete una pensione di vostra fiducia o un familiare a cui affidarlo in vostra assenza?
Se vivete con una persona autistica e avete le risorse e il desiderio di accogliere un nuovo membro nella famiglia, ci sono alcune indicazioni che possiamo seguire, che in realtà sono buone prassi che andrebbero considerate in qualsiasi famiglia:
- assicuratevi che anche la persona autistica sia interessata agli animali, che non ne abbia paura e non adotti comportamenti pericolosi per sé o per il cane;
- consultatevi con un veterinario comportamentista o un addestratore di vostra fiducia per selezionare il cane più adatto alle vostre esigenze. Per esempio, un san bernardo ha esigenze molto diverse rispetto a quelle di un maltese.
- dedicate del tempo per insegnare alla persona autistica come prendersi cura del cane, secondo il proprio livello di abilità e la propria motivazione – ad esempio alcuni potrebbero imparare come spazzolare il pelo, altri come preparargli il cibo, altri divertirsi a insegnargli a eseguire semplici istruzioni;
- se necessario, create una lista visiva delle regole da seguire con il cane rivolta a tutti i membri della famiglia, da appendere in luogo accessibile. Alcune possibili sono: “Il cane può uscire fuori casa solo con il guinzaglio”; “Il cane mangerà solo il proprio cibo”; “posso toccare il cane accarezzandolo delicatamente sulla schiena o dietro le orecchie”; “quando il cane sta mangiando, aspetto che finisca prima di giocare”. Ricordate che le regole devono essere semplici ed espresse in modo positivo;
- insegnate alla persona autistica come comportarsi di fronte ad alcune reazioni del cane, come per esempio “se ringhia ci si deve allontanare”, “se ha le orecchie abbassate, la coda tra le gambe e si nasconde è preferibile aspettare ad accarezzarlo“. Anche in questo caso possono essere utili delle istruzioni visive.
Per tutti accogliere un animale in casa comporta nuove responsabilità, ma è evidente che l’arricchimento che i nostri amici pelosi e non possono offrire supera di gran lunga ogni onere. Se questo desiderio è condiviso da tutta la famiglia e rispetta le sensibilità di ogni membro è un’avventura che può donare meravigliose emozioni.
Fonti scientifiche:
Carlisle, G. K. (2014). Pet dog ownership decisions for parents of children with autism spectrum disorder. Journal of Pediatric Nursing, 29(2), 114–123. https://doi.org/10.1016/j.pedn.2013.09.005
Grandgeorge M, Tordjman S, Lazartigues A, Lemonnier E, Deleau M, et al. (2012) Does Pet Arrival Trigger Prosocial Behaviors in Individuals with Autism? PLoS ONE 7(8): e41739. doi:10.1371/journal.pone.0041739
Hall, S. S., Wright, H. F., Hames, A., & Mills, D. S. (2016). The long-term benefits of dog ownership in families with children with autism. Journal of Veterinary Behavior, 13, 46–54. https://doi.org/10.1016/j.jveb.2016.04.003