Riconoscere e intervenire su DSA e BES
Per tutti i bambini i primi anni di scuola rappresentano una grande sfida. Per alcuni di loro, però, potrebbero risultare un po’ più duri del previsto.
Quando la famiglia e gli insegnanti notano delle difficoltà di apprendimento nella lettura, nella scrittura o nel fare calcoli, è necessario approfondire per chiarire se il bambino stia incontrando dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) o dei Bisogni Educativi Speciali.
Per evitare che la scuola divenga un temibile nemico agli occhi di un bambino con DSA o BES, è importante individuare tempestivamente ogni tipo di segnale, approfondire la condizione con uno specialista e applicare un piano didattico personalizzato. Vediamo come!
Cosa sono DSA e BES
Con DSA, ovvero Disturbi Specifici dell’Apprendimento, si fa riferimento a una categoria diagnostica ben precisa che include alcuni disturbi definiti dominio-specifici tra cui dislessia, intesa come disturbo rilevabile nell’ambito della lettura e decodifica del testo, disortografia, evidenti complessità di scrittura a livello fonografico ed ortografico, disgrafia o disturbo nelle abilità grafo-motorie, e discalculia, valutata come limitata capacità di comprendere e operare con i numeri.
Il termine BES, invece, mutuato da una direttiva ministeriale del 2012, sta per Bisogni Educativi Speciali, e fa riferimento ad una macro-categoria diagnostica che include diverse condizioni cliniche, considerate potenzialmente inficianti l’apprendimento.
La direttiva classifica i BES in tre sotto-categorie: quella della disabilità, quella dei disturbi evolutivi specifici (DSA e ADHD) e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale.
Seppur non menzionati dalla direttiva ministeriale del 2012, tra i BES sono compresi anche i disturbi dell’apprendimento non specifici, i disturbi dell’umore, i disturbi d’ansia e la condizione vissuta dagli studenti intellettivamente plusdotati, definiti gifted.
Se non riconosciuti in tempo, DSA e BES possono influire in modo rilevante sul sano sviluppo del bambino e della persona che diventerà, comportando insuccessi scolastici e compromissione dell’adattamento sociale, con conseguente disagio psicologico che si traduce in abbassamento dell’autostima e del tono dell’umore.
Una diagnosi tempestiva può fare davvero la differenza, permettendo al bambino di conoscere e affrontare le sue difficoltà di apprendimento consapevolmente, conquistando le abilità necessarie per proseguire serenamente e in autonomia il proprio percorso scolastico e sociale.
Ma quali sono i primissimi indicatori da osservare? Vediamo insieme qualche esempio.
Come e quando riconoscerli
I segnali più rilevanti dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento possono essere notati già tra i 3 e i 5 anni di vita e possono essere individuati tra la tardiva acquisizione delle abilità linguistiche, la difficoltà nella produzione di specifici suoni, la confusione tra parole simili fra loro. Un altro fatto da tenere in considerazione è l’ereditarietà familiare.
Una diagnosi vera e propria, però, può essere effettuata soltanto da professionisti, nell’arco di due particolari periodi scolastici: per dislessia, disortografia e disgrafia si fa riferimento alla fine della seconda elementare, per la discalculia, invece, alla fine della terza elementare.
Tra gli indicatori più comuni, rilevabili tra i 5 e i 7 anni, si distinguono lentezza esecutiva nella lettura, difficoltà nell’analisi e nella sintesi sillabica, e difficoltà grosso-fino motorie, come, ad esempio, non essere in grado di andare in bicicletta o non aver imparato ad allacciare le scarpe.
Quando parliamo di Bisogni Educativi Speciali facciamo riferimento a tante e differenti condizioni. Una tipologia di disturbo, di cui si sente spesso parlare, che rientra nella classe BES, è il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD). Gli indicatori comportamentali più noti, legati a questo disturbo, sono certamente gravi difficoltà di concentrazione, necessità di continuo movimento, procrastinazione cronica e difficoltà nell’organizzazione e nella pianificazione – ad esempio nel preparare adeguatamente lo zaino per la scuola.
Come intervenire
Una diagnosi effettuata al momento opportuno risulta essenziale per un bambino con Disturbi Specifici dell’Apprendimento o Bisogni Educativi Speciali. Non si tratta di affibbiare una semplice etichetta diagnostica, ma di comprendere le concrete possibilità e potenzialità di un bambino con difficoltà di apprendimento.
In queste circostanze, il ruolo svolto da genitori e insegnanti, chiamati a osservare e ascoltare con attenzione i bisogni del bambino, è davvero cruciale.
Quando il docente scorge nel bambino quelli che potrebbero essere i segnali di una difficoltà di apprendimento il suo dovere è comunicarlo ai genitori. Loro potranno rivolgersi prima al pediatra, e poi, su prescrizione medica, a uno specialista.
Fugato ogni dubbio, dopo un’accurata valutazione, il genitore può richiedere alla scuola un Piano Didattico Personalizzato (PDP), costruito ad hoc per il proprio bambino.
In presenza di DSA o BES, il trattamento dev’essere condotto da specialisti competenti e adeguatamente formati. Tempestività, intensità e specificità dell’intervento rappresentano fattori decisivi: è fondamentale lavorare con costanza e impegno, dedicandosi con particolare attenzione ad aree specifiche.
Se, ad esempio, l’obbiettivo da perseguire è il miglioramento delle abilità di calcolo di un bambino, l’intervento sarà focalizzato sull’acquisizione del concetto di numero e sull’efficienza della memoria a breve termine.
Per supportare bambini, famiglie e scuole nel percorso di conoscenza e trattamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento e dei Bisogni Educativi Speciali, Dalla Luna ha dedicato uno spazio allo sportello DSA e BES a Bari.
Una persona con DSA o BES presenta solo modalità e tempi di apprendimento differenti. Con un trattamento adeguato, tanto allenamento, una serena determinazione e il giusto supporto, un bambino con difficoltà di apprendimento può arrivare davvero lontano!