Autismo passo dopo passo
Come accorgersi che il bambino ha disturbi dello spettro autistico? Come provare a sviluppare le sue capacità socio-comunicative? A chi rivolgersi per una diagnosi completa?
Questi sono alcuni dei principali dubbi che affrontano le famiglie che riconoscono i segnali dei disturbi dello spettro autistico nei loro bambini.
Per fare chiarezza tracciamo qui il percorso dalla diagnosi iniziale alla terapia giornaliera, passo dopo passo.
1. La famiglia si accorge dei primi segnali
Quando ci accorgiamo che il bambino sin dai primi mesi di vita non risponde al cosiddetto sorriso sociale (ovvero al sorriso che gli adulti gli rivolgono per salutarlo, intrattenerlo o coccolarlo), non si volta quando viene chiamato per nome, è in ritardo sulla lallazione o scoppia in lunghe e ripetute crisi di pianto senza motivi specifici, è possibile che stia mostrando i primi sintomi di un disturbo dello spettro autistico.
2. Il pediatra rileva i sintomi
Una volta constate nel bambino alcune mancanze, il passaggio successivo è confrontarsi con il pediatra che, prima di ogni diagnosi specifica, potrà escludere il sospetto di altre patologie, come ritardi dello sviluppo e sordità. I pediatri possono servirsi di questionari come la M-CHAT-R (Modified Checklist for Autism in Toddlers, Revised) o di interviste semi strutturate.
Quello che può accadere è che talvolta alcuni pediatri tendano a ritardare la diagnosi, per estrema cautela. L’età media per la diagnosi di autismo è orientativamente verso i 4 anni, sebbene i sintomi siano ravvisabili già negli anni di vita precedenti del bambino.
Approfondire i primi dubbi dei genitori con degli esperti, che abbiano esperienza delle tante manifestazioni del disturbo dello spettro autistico, è molto importante, perché prima si interviene e maggiori possono essere gli eventuali margini di miglioramento delle capacità socio-comunicative, principalmente deficitarie per i bambini con disturbi dello spettro autistico.
3. Il neuropsichiatra formula la diagnosi
Dopo aver escluso eventuali altre patologie, è necessario accertarsi che si tratti di disturbo dello spettro autistico attraverso una visita specialistica da un neuropsichiatra infantile con esperienza nel campo dell’autismo. La diagnosi dello specialista è necessaria affinché la Commissione ASL riconosca l’invalidità e quindi l’INPS assicuri al bambino con autismo il supporto di un insegnante di sostegno e di un educatore a scuola e l’indennità di accompagnamento.
4. Lo psicologo indica un programma di intervento e monitora lo sviluppo
Una volta ottenuta la diagnosi definitiva, sulla base del livello del disturbo dello spettro autistico, delle abilità socio-comunicative in possesso del bambino e dei margini di sviluppo del bambino, lo psicologo o il pedagogista clinico, preferibilmente un’analista comportamentale certificato (BCBA), indica un programma di attività e degli obiettivi da raggiungere per supportare il bambino nel sopperire ai suoi deficit relazionali, comunicativi e cognitivi. Questi passaggi sono accuratamente monitorati e analizzati dallo psicologo che a intervalli regolari rivede la strategia di intervento con strategie che portino il bambino il più vicino possibile all’autonomia.
5. Il terapista attua il programma indicato dallo psicologo
Il terapista (Tecnico Comportamentale, preferibilmente RBT), sotto la supervisione dello psicologo o del pedagogista (Analista Comportamentale Certificato, BCBA), da quel momento di occupa di accompagnare il bambino giornalmente nell’attuazione del programma indicato dall’esperto. e di osservare eventuali progressi.
Nel corso della terapia sono necessari controlli costanti, in cui i dati sono rilevati quotidianamente e il BCBA aggiorna il programma d’intervento almeno ogni 2 mesi. Non è, quindi, sufficiente una valutazione condotta una volta all’anno, ma un costante monitoraggio del piano d’intervento.
Ricordiamo che non esiste un solo autismo e quindi non può esistere una terapia uguale per tutti, per questo è importante affidarsi a specialisti esperti che sappiano osservare ed analizzare le caratteristiche della persona con autismo elaborando strategie d’intervento personalizzate.
Grazie è stato di grande aiuto